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Programma culturale in occasione della mostra "MEJES de Gherdëina. La memoria de na cuntreda - Bauernhöfe in Gröden. Das Gedächtnis einer Landschaft - Masi della Val Gardena. La memoria di un paesaggio"

11.11.2019, ore 20:00
Casa di Cultura a Ortisei, sala mostra Mejes

CONFERENZA serale su

«La genesi del paesaggio culturale alpino: percezione e interrelazioni tra fattori naturali e/o umani»

 
con Annibale Salsa, antropologo e membro del comitato scientifico di Dolomiti-UNESCO
(in lingua italiana, ingresso libero)

Informazioni: Museum Gherdëina, tel. 0471 797554

Il paesaggio in generale è un prodotto culturale costruito da una comunità insediata su di un determinato territorio. Durante le fasi della costruzione paesaggistica le popolazioni imprimono ai luoghi abitati segni e simboli della propria visione del mondo nel graduale adattamento alla morfologia dei terreni al fine di addomesticare la natura selvaggia. Nei territori alpini queste strategie di adattamento sono maggiormente complesse e raffinate a causa della natura impervia dei luoghi la quale richiede il possesso di tecniche particolari. In questo lavoro di addomesticazione si definiscono i tratti identitari della realtà vissuta, abitata, coltivata e curata. Il paesaggio diventa «spazio di vita», «Heimat», appendice familiare e intima (Heimlichkeit). Anche la Val Gardena con i suoi masi, diffusi capillarmente a partire dal XII-XIII secolo, porta i segni inconfondibili della presenza contadina rintracciabile nelle tipologie costruttive. Nel testo ufficiale della Convenzione europea del paesaggio, varato nell’anno 2000, si legge questa definizione: «”Paesaggio” designa una determinata parte del territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni». Le parole chiave della definizione sono quindi:
«percezione» da parte delle popolazioni
«interrelazioni» tra fattori naturali e/o umani.

All’interno della definizione europea possiamo ritrovare tutti gli elementi per riflettere sul paesaggio gardenese, così ricco di interrelazioni fra la natura dolomitica dei luoghi e i segni impressi dalle popolazioni che, quasi mille anni fa, hanno disseminato il territorio di masi sparsi diffusi su pendii e altopiani. Dalla selva selvaggia delle origini – secondo quanto i documenti storici evidenziano relativamente alla denominazione originaria di «forestum» - l’opera di dissodamento colonico delle genti di Gardena ha trasformato, in epoca medievale, le foreste in novali (Rauth / Ried) così come in molte altre zone delle Alpi. «Ut de nemore fiat novale» recitavano molte formule contrattuali stipulate dai signori feudali nei confronti dei contadini liberi delle Alpi, «ut de terra inaedificata edificetur», in conclusione: «ut melioretur». In queste azioni massicce di dissodamento e di edificazione di masi stabili si esplica la grande rivoluzione agraria del basso medioevo di cui il paesaggio gardenese porta quelle testimonianze inconfondibili che vanno valorizzate a futura memoria. (Annibale Salsa)

Prof. Annibale Salsa
Già docente di Antropologia filosofica e culturale presso l'Università di Genova
Già Presidente del *Gruppo di Lavoro <<Popolazione e Cultura>>* della *Convenzione delle Alpi / Alpenkonvention*
Presidente del Club Alpino Italiano dal 2004 al 2010
Componente del Consiglio dell'Università autonoma della Valle d'Aosta / Université de la Vallée d'Aoste come <<Esperto di Cultura alpina>>
Presidente del Comitato scientifico e docente presso la Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio (Trentino School of Management)
Presidente del Comitato scientifico del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina (San Michele all'Adige)
Componente del Comitato scientifico della Fondazione Dolomiti-Unesco