Il grande telo quaresimale di San Giacomo in Val Gardena
Il telo quaresimale di San Giacomo in Val Gardena è una rara testimonianza di pietà popolare di epoca barocca. Il manufatto, consistente in 24 immagini raffiguranti la passione di Gesù, vanta quattrocento anni di storia, è interamente conservato ed è esposto nel Museum Gherdëina.
La tradizione dei teli quaresimali è nata nel Medioevo, per velare il presbiterio in tempo di quaresima e celarlo allo sguardo dei fedeli. Nel corso degli anni i teli sono stati arricchiti di elementi decorativi, tra i quali scene dipinte della passione di Gesù. Tali manufatti servivano anche ai fedeli meno colti come una sorta di guida figurativa attraverso il tempo di Quaresima e di Pasqua.
Tra tutti i teli quaresimali contenenti immagini l’unico in Alto Adige ad essere ancora conservato interamente è quello della chiesa della frazione di S. Giacomo in Val Gardena. È stato creato 400 anni fa da un artista ignoto, è stato impiegato per la pratica liturgica fino al dopoguerra e ora da sessant’anni è esposto nel Museum Gherdëina di Ortisei. Qui è stato restaurato in modo esemplare, e oggi è possibile contemplarlo nel suo splendore originario.
L’aspetto dei teli quaresimali è cambiato nel corso del tempo. Sulla base del loro scopo originale, i primi teli erano molto semplici e veniva bandito ogni fasto. Con il tempo, però, divennero ornamenti e la loro creazione era più ricercata, come dimostra il telo quaresimale della chiesa di San Giacomo. Quest’ultimo è formato da una preziosa tela di lino, sulla quale un pittore rimasto ignoto ha dipinto con tempera a uovo 24 scene della passione di Gesù intorno al 1620/1630. Anche il suo committente è rimasto sconosciuto. Se si osservano più da vicino le scene del telo, che oggi è esposto nel Museo Gherdëina, dopo un restauro esemplare, si ammira una rappresentazione estremamente vivace della storia della Passione, che va dall’entrata di Gesù a Gerusalemme alla sua prigionia e traduzione di fronte alle autorità, Anna, Caifa, Pilato ed Erode, fino alla sua crocifissione, resurrezione e discesa nel regno dei morti. La parte finale è formata dalle scene dell’ascesa in cielo di Cristo e della Pentecoste. Il pittore ha cercato di trasmettere all’osservatore un’immagine il più possibile plastica degli avvenimenti, servendosi di numerosi dettagli. Il telo divenne così una Bibbia dei poveri, che rendeva possibile anche agli analfabeti una visione molto efficace della storia della Passione e che doveva muovere alla compassione e alla compartecipazione. In questo modo, il telo era paragonabile a un libro illustrato.
Modulo d'ordine
La tela quaresimale di San Giacomo con 24 quadri della Passione di Gesù (cm 473 x cm 365, ripresa dopo il restauro) © Foto: Museum Gherdëina, A. Ochsenreiter
Il pittore si è autoraffigurato nel quadro 17mo, sotto la croce nell’angolo a destra. I comittenti sono da riconoscere nel quadro 20mo nelle tre figure vestite tra le anime del Purgatorio (angolo inferiore a sinistra).